lunedì 15 dicembre 2014

“Mamma, ho paura del buio”


Quando era più piccolo, avvertivo un irrigidimento di tutto il corpo mentre, in braccio a me, attraversava una stanza buia. In seguito, quando il linguaggio gli ha permesso di comunicare il suo disagio, è diventata una vera “paura”.
Gregorio teme il buio e, allo stesso tempo, ne è tremendamente affascinato.

Al calar del sole, inizia a pormi domande retoriche come “adesso diventa tutto buio, mamma?” o “il sole è andato a nanna e poi arriva la luna...E' tutto buio?”.
La paura è tale da impedirgli di raggiungere la sua amata “Tata” (il suo oggetto transizionale... la sua copertina di Linus) in cameretta, quando ne sente il bisogno, perché il corridoio e la stanza buia rappresentano un vero muro per lui.
Visto che ancora non è in grado di raggiungere facilmente tutti gli interruttori della luce, deve sempre chiedere aiuto e questo non gli permette di essere autonomo.
A tal proposito, un paio di settimane fa, gli abbiamo regalato una torcia, da usare proprio in queste situazioni. L'idea di illuminare parte del buio lo diverte molto...è come se lo colpisse e lo indebolisse, “bucandolo”.
 
Da sempre, in cameretta ha una di quelle piccole lucine notturne a led che gli fa compagnia e che gli permette di orientarsi.
 
Visto il suo interesse per la lettura, ho pensato di utilizzare il libro come mezzo per verbalizzare la sua paura e per crearne un momento di condivisione.
Il primo libro acquistato s'intitola “Nella notte buia” di Bruno Munari, un grande designer del '900 che dedicò parte della sua carriera alla pedagogia. E' un libro quasi privo di parole...un “libro illeggibile” che permette al piccolo di crearsi storie sempre diverse, favorendo il pensiero elastico e creativo. Non c'è una trama rigida e predefinita. Ogni volta, la storia si dipinge in modo diverso, ogni volta l'adulto, che accompagna il bambino attraverso le pagine del libro, crea nuove strade, nuove scene, nuove emozioni.
Il secondo è “Buonanotte buio” di Cavalli Ennio e Guicciardini Desideria. In realtà, è indicato per bambini più grandi di Gregorio. Ho pensato, però, che l'impostazione della storia e le illustrazioni lo avrebbero potuto aiutare. Il protagonista è un bambino che decide di affrontare il buio e tutto ciò che contiene attribuendogli un nome amico. Quindi, di fatto, il bambino non scappa dal suo problema, ma utilizza l'intelligenza per controllare la paura che ne deriva. La prima parte del libro, inoltre, parla delle paure degli altri bambini. E' importante capire che ognuno di noi ha delle paure e che queste rappresentano delle prove da superare per rafforzarci.
 
 
Il terzo e, per ora, ultimo libro si intitola “La magia del buio” di Marica Bersan e Andrea Alemanno. Il testo descrive tutto ciò che si può fare di incredibilmente bello quando arriva il buio... Ecco che l'oscurità diventa un'occasione unica da vivere: “puoi proiettare la tua ombra sotto un lampione e fingere di essere un gigante”, “puoi rincorrere le lucciole in aperta campagna”, “puoi scegliere una stella tra le tante che splendono in cielo e darle il tuo nome”...infine “puoi chiudere gli occhi e fare la nanna”.
 
La torcia, la lucina e i libri non rappresentano la soluzione al problema della paura di Gregorio, ma strumenti che lo possono aiutare ad affrontarla, a conoscerla e a condividerla con noi genitori.
 
E voi? Come aiutate i vostri figli nelle loro paure?

3 commenti:

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