“Tra
poco dovrai svezzarlo. Inizierai con le pappine. Prima la frutta a
merenda, poi le pappe calde con le farine di cereali o la tapioca.
Dovrai cucinare i brodi vegetali: prima la zucchina, la settimana
dopo la carota, poi la patata...Ci aggiungerai il pesce o la carne o
il formaggio fresco, oppure le lenticchie...ma quelle decorticate.
Infine, condirai con un cucchiaino di olio d'oliva extravergine e un
cucchiaino di parmigiano. A un anno potrai dargli l'uovo e dopo poco
potrà mangiare di tutto”.
Questo
era quello che generalmente mi ripetevano molte persone che mi
parlavano dello svezzamento. C'era qualcosa che non mi tornava in
quelle parole.
Ma
com'è possibile che lo svezzamento prescinda dalle abitudini
alimentari dei genitori, dalla cultura culinaria, dalla stagionalità
degli alimenti?
La
zucchina è una verdura che si trova dalla fine della primavera
all'estate inoltrata. Per quale motivo dovrei offrirla a Gregorio in
pieno inverno (stagione in cui abbiamo iniziato lo svezzamento)?
La
tapioca? Ma chi l'ha mai mangiata?! Perché dovrei propinare a mio
figlio un alimento che non mangio nemmeno io e che dopo lo
svezzamento, con buone probabilità, non mangerà più neanche lui.
Ho
iniziato a raccogliere informazioni partecipando ad un corso sullo
svezzamento naturale presso l'associazione che frequentavo quando
avevo il pancione e leggendo due libri molto diversi tra loro, ma
altrettanto utili: “Io mi
svezzo da solo! Dialoghi sullo svezzamento” di Lucio
Piermarini, Bonimi Editore e “Svezzamento
secondo natura” di Michela Trevisan, Terra Nuova
Edizioni.
Il
primo testo è scritto da un pediatra, il quale propone
un'interpretazione dello svezzamento insolita: il bambino può
mangiare, a partire dal sesto mese, tutto ciò che i genitori
mangiano, purché essi si alimentino bene. Questo pone molta
attenzione sulla responsabilità educativa che mamma e papà hanno
nei confronti dell'alimentazione e del comportamento alimentare del
bambino dallo svezzamento in avanti. Il secondo libro è scritto da
una biologa, specializzata in scienza dell'alimentazione e mamma di
due bambini. Il testo spiega da un punto di vista chimico e in
maniera molto chiara il ruolo delle proteine, dei carboidrati, delle
fibre e dei grassi. Si affrontano argomenti legati al comportamento
alimentare (uso dei giochi per distrarre il bambino, TV accesa
durante i pasti, perché i bambini non vogliono mangiare le
verdure...), si approfondiscono alcuni aspetti sulla scelta degli
alimenti (biologici, non pre-confezionati, senza coloranti...), come
organizzare lo svezzamento in base all'età del bambino (introduzione
degli alimenti) e come cucinare (ricette buone sia per i piccoli che
per i grandi).
Cercherò
di riassumere per punti le idee che mi sono fatta sullo svezzamento:
-lo
svezzamento rappresenta l'inizio dell'educazione alimentare che
influenzerà il modo di alimentarsi del bambino
-lo
svezzamento va iniziato a partire dal sesto mese di vita compiuto
(raccomandazioni dell'Organizzazione Mondiale della Sanità) e questo
non significa che tutti i bambini siano pronti. I segni che possono
aiutarci a capire se il nostro piccolo è pronto sono: l'acquisizione
della posizione seduta, la capacità di afferrare e di mettere in
bocca, la capacità di aprire la bocca volontariamente, la scomparsa
del riflesso di protrusione della lingua (il bambino spinge in fuori
la lingua a causa di un riflesso fisiologico che poi va a scemare con
la crescita) ed infine, l'interesse per ciò che fanno mamma e papà
a tavola;
-è
bene che il bambino partecipi ai pasti con il resto della famiglia,
fin da prima dello svezzamento e, a maggior ragione, a svezzamento
avviato;
-se
i genitori ritengono di seguire un'alimentazione equilibrata e sana,
il bambino potrà essere svezzato seguendo la loro stessa
alimentazione (purché gli si renda fruibile il cibo) e
permettendogli di assaggiare un po' di tutto, nei limiti della
sicurezza (attenzione alle dimensioni e forma dei cibi proposti, alla
consistenza e alla temperatura). Il buon senso ci guiderà nelle
proposte. Va da sé che cibi come il caffè, il tè, il peperoncino
non sono adeguati;
-se
proprio ritenete che il cibo preparato non sia adatto al piccolo,
cucinate per lui una pappa, utilizzando prodotti freschi e di
stagione;
-nulla
va pesato, tranne le proteine. Due anni fa, il valore al quale
riferirsi per il calcolo era 1,12 g di proteine per ogni kg di peso
del bambino. Qui
potrete trovare gli attuali quantitativi di assunzione
di riferimento per la popolazione
stabiliti dall'EFSA (autorità europea per la sicurezza alimentare);
-mai
forzare il bambino. Il piccolo deve imparare che il cibo va
richiesto, pertanto le offerte devono corrispondere ai suoi desideri;
-bisogna
rispettare i suoi tempi e procedere con calma;
-con
lo svezzamento non si va ad eliminare l'allattamento; il cibo solido
integrerà il preziosissimo latte materno;
-mai
iniziare solo con la frutta, in quanto le fibre presenti
limiterebbero l'assorbimento del ferro contenuto nel latte materno/
formula;
-un
pizzico di sale è tollerato;
-il
miele non è adatto ai bambini fino all'anno (perché potrebbe
contenere spore di Costridium botulinum);
-qualunque
sia il metodo di svezzamento scelto, è importante far assaporare al
bambino ogni singolo alimento vegetale prima dei diciotto mesi, in
modo tale che venga memorizzato, riconosciuto e accettato più
facilmente. La natura fa si che, per questioni di sicurezza, il
bambino sia diffidente nei confronti dei cibi vegetali sconosciuti
proprio a quell'età;
Com'è andata con Gregorio?
La
nostra esperienza è stata fin da subito positiva e tutto sommato
semplice. Si è mostrato un bambino particolarmente interessato al
cibo e ha sempre accettato di buon grado gli alimenti che gli
offrivamo. Certo, ogni tanto, ci sono stati dei piccoli intoppi, ma
giustificati da qualche disturbo fisico (come febbre, raffreddore, la
nascita di qualche dentino...).
Al
momento, il suo comportamento alimentare è simile. Certo, ora che
parla e che ha più esperienza in fatto di alimentazione, può
esprimere le sue personali scelte. Per fortuna, ci sono solo poche
cose che non gradisce particolarmente.
Come
tutti i bambini attraversa anche periodi in cui ha poco appetito. In
quei momenti non nascondo di provare un po' di preoccupazione, ma so
che verranno seguiti da periodi migliori.
Obiettivamente,
non sapremo mai se questi risultati dipendano solo da ciò che noi
genitori abbiamo scelto per lui, ma crediamo che questo approccio
stia influenzando positivamente la sua capacità di costruire un
rapporto sereno con il cibo.
L'argomento
è molto articolato, quindi consiglio ad ognuna/o di voi di
informarsi e, confrontandosi con il pediatra di fiducia, di crearsi
un'idea personale sulla questione, seguendo anche il proprio istinto.
Vi
invito a lasciare i vostri commenti. A tal proposito, non è
necessario effettuare una registrazione. Basta scegliere o la
modalità “anonimo” (magari lasciando la firma in fondo al
testo), o la modalità “nome/URL”.
Franci io con giachi ho seguito uno svezzamento naturale molto rigido,tipo la carne non l ho introdotta fino allo spuntare dei canini,quindi seguendo molto anche la dentizione:il concetto vede legata la crescita dei dentini con la maturazione dell apparato digerente ovvero:i canini servono per masticare la carne quindi fino a che non li ho non sarò nemmeno capace di digerirla...
RispondiEliminaFatto questo mi sono trovata a dare per tanto tanto tempo a giacomino sempre la solita minestra di verdure di stagione e legumi...
Gli devo aver fatto venire il vomito perché ora non ne vuole sapere...
Mi domando se non sia veramente più giusto fargli assaggiare un po' di tutto e non andare così lenta nell introdurre un alimento per volta.
Cosa significa non introducete la frutta da sola?!
Niki
Ciao Niki, conosco bene la teoria sui canini e credo che abbia senso. Con Gregorio, però, ho cercato di mantenere un regime ricco di alimenti, di modo che potesse fare, con i tempi dovuti, più esperienza possibile. Di carne ne ha sempre mangiata pochissima...una sola volta alla settimana e ancora adesso la mangia con questa frequenza. Come ho già detto, non so quale sia la scelta migliore e soprattutto non si possono prevedere i risultati con lo svezzamento, soprattutto perché ogni bambino ha un funzionamento diverso. Quando ho scritto che la frutta non va introdotta da sola, mi riferivo al fatto che nello svezzamento classico viene proposto alla mamma di iniziare con la merenda di frutta e solo in seguito si può inserire il pasto (pranzo o cena). La frutta che viene consumata durante la merenda va a contrastare l'assorbimento del ferro, proveniente dal latte materno o dal latte formula. Questo vale per tutte le fibre alimentari.
RispondiEliminaCiao Niki
Francesca, grazie x il post! L'ho letto con molta attenzione perchè Manuel ha 5 mesi.. e a novembre dovrei iniziare con le pappe.
RispondiEliminaX ora mangia solo la frutta (fresca) a merenda e il biscottino granulato nel latte a colazione.
La frutta cerco di dargliela a distanza di qualche ora dal biberon...ma cosa dovrei dargli di altro x assorbire il ferro?
E poi la mia pediatra mi ha detto di iniziare già a 5 mesi con le pappe.. tu invece consigli dai 6 mesi? Considera che lui si nutre solo con latte artificiale (purtroppo) dal 2° mese.
Comunque Manuel incomincia a stare seduto e a mettersi tutto in bocca.. e penso che presto uscirà almeno un dentino. Tu che dici?
Monia
Ciao Monia, l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha stabilito delle linee guida in cui si invita ad iniziare lo svezzamento dopo il sesto mese compiuto, per motivi di sviluppo ficico, psicologico e anche biochimico. Alcuni pediatri consigliano ancora di introdurre il cibo solido al 5° mese, forse più come allenamento all'uso del cucchiaino. Io credo che la cosa migliore sia osservare il proprio bambino. Manuel fa buon uso del cucchiaino o mostra di fare fatica ad usarlo? E' un piacere per lui mangiare la pappa? E' interessato alla proposta? Novembre è ormai arrivato, per cui non c'è bisogno di integrare nulla alla frutta. Inizierai con un pasto e poi procederai con il resto. Qualunque cosa ti venga consigliato, non viverla mai come un'imposizione dall'alto. Fermati ad osservare Manuel e vedrai che saprai qual è la cosa giusta per lui. Non ti preoccupare se non mangerà tutto. Sarà più importante che lui abbia fatto un'esperienza positiva...e poi c'è sempre il latte. Se ha mangiato poco con il cucchiaino, ti chiederà più tardi un po' di latte. Il consiglio che ti voglio dare è quello di sentirti capace di scegliere per lui la cosa giusta. Non seguire le ricette, ma il buon senso, dopo esserti ragionevolmente documentata. Un abbraccio Francy
RispondiElimina