“
Tra
poco dovrai svezzarlo. Inizierai con le pappine. Prima la frutta a
merenda, poi le pappe calde con le farine di cereali o la tapioca.
Dovrai cucinare i brodi vegetali: prima la zucchina, la settimana
dopo la carota, poi la patata...Ci aggiungerai il pesce o la carne o
il formaggio fresco, oppure le lenticchie...ma quelle decorticate.
Infine, condirai con un cucchiaino di olio d'oliva extravergine e un
cucchiaino di parmigiano. A un anno potrai dargli l'uovo e dopo poco
potrà mangiare di tutto”.
Questo
era quello che generalmente mi ripetevano molte persone che mi
parlavano dello svezzamento. C'era qualcosa che non mi tornava in
quelle parole.
Ma
com'è possibile che lo svezzamento prescinda dalle abitudini
alimentari dei genitori, dalla cultura culinaria, dalla stagionalità
degli alimenti?
La
zucchina è una verdura che si trova dalla fine della primavera
all'estate inoltrata. Per quale motivo dovrei offrirla a Gregorio in
pieno inverno (stagione in cui abbiamo iniziato lo svezzamento)?
La
tapioca? Ma chi l'ha mai mangiata?! Perché dovrei propinare a mio
figlio un alimento che non mangio nemmeno io e che dopo lo
svezzamento, con buone probabilità, non mangerà più neanche lui.
Una
decisione importante richiede una buona preparazione.